In Repubblica Centrafricana la presenza dei mercenari russi - ex gruppo Wagner sparito dalle cronache - resta una ferita aperta.
Oggi i prezzolati si chiamano Africa Corps, e sono una organizzazione-ombrello guidata dal ministero della Difesa russo.
I paramilitari rappresentano un nervo scoperto per la popolazione civile africana. Prezzolati per dar man forte all’esercito regolare di Bangui incapace di tenere sotto controllo i molti gruppi armati, questi soldati senza regole sono diventati i nemici numero uno del popolo del Centrafrica.
Soprattutto delle donne, che subiscono violenze, abusi sessuali e oltraggi di ogni sorta.
Nel nord-ovest del Paese i mercenari russi sono accusati dalle donne stesse di inaudite violenze in aumento, soprattutto nei confronti delle più piccole: le adolescenti denunciano stupri e attacchi.
Le potenziali vittime evitano di recarsi al mercato, a far la spesa o lavorare nei campi, perché è proprio lì, nei luoghi della fatica che i mercenari agiscono indisturbati.
Medici Senza Frontiere tra 2018 e 2022 ha dovuto soccorrere più di 19mila 500 donne sopravvissute all’abuso sessuale.
In 11 anni di conflitto i gruppi armati (compresi i “ribelli” autoctoni) hanno usato lo stupro e la schiavitù sessuale come tattica di guerra; da ultimo i soldati russi (anziché proteggere i civili) si sono uniti alle violazioni commesse dalle milizie armate.
Tanto che il Centrafrica è considerato il Paese più pericoloso al mondo dove vivere se si è donne.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite ogni ora ben due persone (appartenenti alla fascia di popolazione sotto la poverty line) subiscono violenze di genere.
Questo oggi è il Centrafrica di Touadera, che non fa più notizia. Solo perché il gruppo Wagner ha cambiato nome.
Non è facilmente spendibile oggi per i media occidentali il Centrafrica, dopo l'exploit delle storie sui mercenari russi che si voleva fossero ovunque, anche dove oggettivamente non c'era ombra di loro.
Brava, molto interessante